Oggi per la rubrica di #Storybizz – ‘storie di brand’ – continua il progetto di analisi dei luxury brand di Anna Caccia per approfondire le storie di stilisti, che sono di esempio sia per le strategie di business che per la capacità di raccontarsi.
Partiamo dai fatti salienti che hanno portato Giorgio Armani a creare un impero della moda conosciuto in tutto il mondo con uno stile ben definito.
Le fasi di crescita di Armani: la sua storia
1957-1963: lavora alla Rinascente (coordinamento gruppo di architetti e ufficio Stile-moda per l’abbigliamento maschile)
1965: passa alla Hitman (linea di abbigliamento maschile) di Nino Cerruti
1966: conosce Sergio Galeotti, manager toscano, figura chiave per l’avvio della sua attività
24 luglio 1975: apre con lui la Giorgio Armani S.p.A. a Milano
Anni Settanta: anni di duro lavoro e prima espansione grazie al contratto di licenza con il Gruppo Finanziario Tessile e primi riconoscimenti.
Anni Ottanta e Novanta: espansione, diversificazione della produzione e digital transformation (vendita tramite e-commerce). Successo nel cinema con la creazione di abiti di scena (American Gigolo, Gli intoccabili, Il tè nel deserto, Il cavaliere oscuro, The wolf of Wall Street…).
Anni Duemila: nascono nuove linee (Giorgio Armani Cosmetics, Armani Casa, Armani Dolci, EA7). Accordo con Emaar Properties di Dubai per l’apertura di alberghi di lusso con arredi Armani.
Attualmente da quanto emerge dallo studio di Deloitte – Global Powers of Luxory Goods (2019) – Armani, assieme a Prada e Luxottica, sono i tre principali brand in classifica, leader nel settore del lusso.
Punti di forza di Armani
Ma quali sono i punti di forza di questo brand?
Sicuramente la vision del suo fondatore e la sua capacità di aver creato uno stile inconfondibile fatto di colori, tessuti e di capi ‘senza strutture rigide’, che sono ovunque riconoscibili.
Altri tratti salienti sono:
- Milano come centro di propulsione da cui tutto parte.
- Diversificazione della produzione.
- Internazionalità.
- Legame con lo sport e il cinema.
- Capacità comunicativa non tanto per sua esposizione personale ma per la capacità di far parlare i suoi prodotti (vedi murale in centro a Milano).
- Collaborazione con registi e artisti (vedi Armani Teatro progettato dall’architetto giapponese Tadao Ando).
- Organizzazione ferrea sul lavoro, rispetto scadenze e precisione estrema.
- Pieno controllo dell’azienda, che non cede al fascino delle acquisizioni dei grandi gruppi.
Tutto questo contribuisce al racconto di marca che nel caso di Armani è fatto davvero di non molte sue apparizione e da uno storytelling discreto, che è coerente con il suo stile.
Il minimalismo fa parte della mia natura, del mio modo di vivere, mangiare, dosare le mie apparizioni mondane
Vorrei concludere con questa citazione, che a mio avviso riassume al meglio la personalità di Giorgio Armani:
Il tono della sua voce è pacato, reso morbido da quell’arrotondare la erre e dall’apertura delle vocali, che infondono ampiezza al suo modo di parlare, come se il pensiero prendesse tempo. Ma questo è in forte contrasto con la fermezza dello sguardo chiaro, azzurro e perentorio…. E può succedere che si lasci sfuggire un guizzo… si intuisce la pulsione contraria, il desiderio irrisolto di potersi fidare, di divertirsi e consegnarsi, di smetterla di difendersi.
Ma per saperne di più fai CLICK sulla puntata!
(citazioni tratte da: Essere Armani. Una biografia di Renata Molho)
Backstage sfilata Cruise uomo e donna 2020 – Museo Nazionale di Tokyo
Bibliografia
Essere Armani. Una biografia di Renata Molho
Giorgio Armani. Edizione illustrata di Giorgio Armani
Giorgio Armani – Exhibition Organized by Germano Celant and Harold Koda di Giorgio Armani
Giorgio Armani. Edizione illustrata di Giorgio Armani
Photo credits: Anna Caccia (Armani Silos) e Christian Iannizzotto (Armani murale, Via Broletto – Milano)